domenica 24 gennaio 2010

Lampade a risparmio energetico

         Navigando mi sono imbattuto nel sito EcoWorldHotel che vi invito a visitare, che publica un interesante articolo sul corretto smaltimento delle lampade a risparmio energetico:

       Le tradizionali lampadine ad incandescenza consumano sotto forma di calore circa il 90% dell’energia elettrica utilizzata, trasformando in luce solo il rimanente 10%. Un enorme dispendio di energia che può essere evitato utilizzando lampade fluorescenti compatte

ad alta efficienza (LFC). Le fluorescenti compatte, ovvero le moderne lampade a risparmio di energia, durano, infatti, 8 volte di più e abbattono i consumi complessivi dell’80%, con benefici economici ed ambientali.


Ridurre i consumi significa non solo diminuire la spesa in bolletta ma anche le emissioni di gas serra conseguenti alla produzione di energia.



Una recente ricerca dell’European Companies Federation (ELC) conferma che la sostituzione delle lampadine ad incandescenza, se fosse effettuata in tutta Europa entro il 2015, porterebbe alla riduzione di 23 milioni di tonnellate di anidride carbonica, con un risparmio di 7 miliardi di euro.

In Italia la sola messa al bando delle incandescenti permetterebbe di tagliare circa 3 milioni di tonnellate di CO2 e di risparmiare 5,6 miliardi di chilowattora all’anno, pari all’energia prodotta da una centrale termoelettrica di 1000 MW. Una misura a costo nullo per lo Stato, con benefici economici per i consumatori pari a circa 1 miliardo di euro all’anno.
Ecco un contributo importante per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei gas ozono-lesivi fissati dal Protocollo di Kyoto.


C’è però, anche per le lampadine a risparmio di energia un aspetto di ecocompatibilità di cui va tenuto conto. Poiché al loro interno sono presenti mercurio e polveri fluorescenti, quando si esauriscono, diventano rifiuti pericolosi.
Oltre alla tossicità hanno anche la caratteristica della fragilità, essendo costituite per il 90% da vetro.

Durante la loro sostituzione è perciò necessario maneggiarle con cura evitandone la rottura. Soprattutto non devono essere gettate nella pattumiera o nel cassonetto e bisogna separarle dai rifiuti solidi urbani affinché vengano avviate al corretto processo di ritiro e riciclo.

Ogni persona è quindi responsabile del conferimento dell'apparecchio a fine vita alle appropriate strutture di raccolta, come le isole ecologiche messe a disposizione da ogni comune.

 Il Mercurio




Il mercurio, come è noto, è estremamente nocivo per l’uomo, la fauna, e l’ambiente. “Anche una singola lampadina di quelle con meno di 1 milligrammo di mercurio – affermano i ricercatori dell’Università di Stanford sulla rivista ‘Environmental Research’ - può contaminare 4 mila litri di acqua”. Le piante e alcune specie di pesci rappresentano l’anello finale che è causa dell’introduzione di mercurio nella catena alimentare umana con danni che vanno dall’apparato neurologico al sistema cardiovascolare, da quello riproduttivo a quello immunitario.

Con l’innovazione tecnologica è cresciuta anche l’attenzione ambientale. Così se le lampadine ad alta efficienza sono “verdi” durante il loro ciclo di vita, quando si esauriscono, è previsto per legge un processo eco-compatibile di riciclo che ha l’obiettivo di evitare la dispersione di mercurio e di polveri tossiche contenute al loro interno.

Le sorgenti luminose energy saver esaurite sono classificate come RAEE, Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, dal Dlgs. 151/05 di recepimento delle Direttive UE 2002/95/CE, 2002/96/CE e 2003/108/CE. Dal 1° gennaio 2008, anche in Italia i Produttori di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (AEE), sono chiamati a farsi carico del fine vita dei loro prodotti, nel pieno rispetto dell’ambiente.

Per quanto riguarda il settore illuminotecnico, la Normativa si applica esclusivamente alle apparecchiature di illuminazione, termine con cui la Legge indica gli apparecchi di illuminazione e le sorgenti luminose, con esclusione delle lampade ad incandescenza e ad alogeni. Le sorgenti luminose oggetto della normativa riguardano le seguenti tipologie di prodotti:
 i tubi fluorescenti lineari e non;
  •  le lampade fluorescenti compatte non integrate;
  •  le lampade fluorescenti compatte integrate a risparmio di energia;
  •  le lampade a scarica ad alta intensità, ad alta e a bassa pressione.
I maggiori produttori nazionali ed internazionali di apparecchiature di illuminazione hanno costituito un Consorzio chiamato EcoLamp, che si occupa di assicurare il corretto riciclo dei rifiuti illuminotecnici sull’intero territorio nazionale. Con l’inizio del 2008, lampade a scarica e a risparmio di energia, ma anche apparecchi di illuminazione (lampadari, plafoniere, ecc.) non sono più inviati alle discariche, occupando spazi già insufficienti, ma vengono destinati ad impianti specializzati in cui è possibile recuperare il vetro, i metalli (alluminio, rame), le plastiche e mettere in sicurezza le sostanze pericolose presenti al loro interno (mercurio e polveri fluorescenti).


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